Letizia Battaglia (Palermo, 1935)
Articolo da “ViaggioSoloAndata”
Quella di Battaglia è una passione nata per caso. Scriveva per l’Ora di Palermo e per altri giornali quando le chiesero di corredare di foto i suoi articoli.
“Cominciai a scattare, senza passione o conoscenze, semplicemente per sostenere la mia indipendenza”.
Con queste poche parole già ti sarà chiara la grande forza d’animo di questa donna, nata in un periodo storico difficile e soprattutto lavorando in un settore prettamente maschile.
Ma questa durezza della vita l’ha plasmata a tal punto che Battaglia inizia a scattare, nella sua amata e odiata Palermo, in un periodo in cui la regione è dilaniata dalla mafia e dagli anni di piombo.
Le sue foto sono crude e ritraggono morti e sangue ma sono anche molto vere, non ritraggono infatti solo fotografia di mafia ma anche adulti e bambini che popolano Palermo.
Ed è proprio da queste foto che si evince il suo desiderio di fare cronaca, di informare, anche quando indirizza il suo obiettivo sulla vita dei più deboli, degli umili, che vivono la città.
E lo fa con un uso sapiente del bianco e nero, “non avrei mai potuto raccontare i morti di Palermo a colori”. Dal suo punto di vista il bianco e nero ha una sua autonomia, rende lo scatto drammaticamente vero e autorevole.
Vendere un reportage ad un giornale oggi è molto difficile e, come sostiene Battaglia, conviene trovarsi un lavoro che ti permetta di continuare la tua passione finché essa stessa non diventi un lavoro a tempo pieno.
Cosa insegna Letizia Battaglia?
La durezza delle sue immagini è senza timore né pudore. Se stai cercando una fotografia che trasmetta la verità e la crudezza della vita, Letizia Battaglia può essere una grande fonte di ispirazione.