Steve McCurry (Philadelphia, 1950).
Articolo da “ViaggioSoloAndata”
È forse tra i più eclettici fotografi conosciuti. Street photography, ritratti, fotografia di viaggio, McCurry ha spaziato moltissimo tra diverse categorie, ma forse quello che più lo ha reso noto è la fotografia di guerra.
È partito come fotoreporter per fotografare l’India per seguire le orme di Henri Cartier-Bresson ed è lì che ha trovato i suoi scatti più belli.
Nei suoi ritratti, come Ragazza afgana sopra, pubblicata come copertina del National Geographic, è riuscito a catturare davvero l’anima dei suoi soggetti. E a questo proposito ha detto “se sai aspettare le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto”.
Credo che questo si ricolleghi perfettamente a quanto dicevamo prima. La fotografia Ragazza afgana rispetta perfettamente le regole della composizione ma non è questo che ti colpisce, piuttosto è lo sguardo della ragazza che ti ipnotizza.
E se gli occhi sono lo specchio dell’anima vuol dire che McCurry ha fatto alla grande il suo lavoro, perché l’anima di quella ragazzina è tutta lì e lui è riuscito a catturarla perfettamente.
Nei suoi reportage di guerra ha cercato di mostrare le conseguenze dei conflitti non soltanto sui luoghi ma anche sui volti delle persone. E per farlo ha radicato la fotografia nelle persone, cercando, nel loro volto, il momento in cui vi si affacciava l’anima.
In più McCurry ha raccontato che l’umorismo è un’arma perfetta per rompere il ghiaccio con i propri soggetti. Gesti e umorismo sono universali e aiutano a creare il legame con il fotografo.
Qual è l’insegnamento di Steve McCurry?
Attesa, pazienza, umorismo, apertura mentale, integrazione, curiosità. Ecco quali sono, tra i tanti, gli insegnamenti di McCurry di cui si può far tesoro se si vuole crescere nella fotografia.